Introduzione teorica a Colin McRae Rally 2.0
A Luca "Luk",
il pilota pi∙ geniale, sculato e "taglione" della storia del rally.
Carlo "Has"
Premessa
Tutte le impostazioni qui
proposte sono da considerarsi indicative e soprattutto estremamente soggettive.
La regola migliore per trovare il proprio assetto ideale Φ provare su strada, e
valutare il comportamento in gara della macchina, sia rispetto ai tempi dei
piloti artificiali, sia in accordo alle proprie sensazioni e preferenze.
Le auto
Tolte quelle bonus, che
sono di norma pi∙ potenti (fanno eccezione la Mini e la Escort MK1),
le auto sono tutte uguali
fatta eccezione, forse, per la Mitsubishi Lancer, che essendo lievemente pi∙
pesante potrebbe avere in determinate situazioni un piccolo vantaggio in termini
di tenuta di strada, ma anche un proporzionale svantaggio in caso di derapata
non controllata, o in frenata.
La vera querelle Φ, a mio
avviso, legata alle dimensioni del mezzo: auto a 3 volumi (Mitsubishi Lancer,
Subaru Impreza, Seat Cordoba) hanno forse un vantaggio in curva, essendo
possibile "appoggiare" il posteriore al guard rail (o alla parete di
roccia) sfruttando tale appoggio per percorrere la curva a velocitα pi∙
sostenuta. Il vantaggio del terzo volume consiste nella maggiore distanza tra
l'asse posteriore e l'effettiva coda della vettura: in sostanza si corre meno
il rischio che in derapata i pneumatici posteriori vadano a fare presa su
terreno sfavorevole, poichΘ il terzo volume funge appunto da intercapedine.
Per contro, una vettura a
due volumi Φ pi∙ compatta e si inserisce meglio nelle curve strette, evitando
fastidiose toccate involontarie che disturbano il comportamento della macchina
in curva. Un esempio piuttosto convincente potrebbe essere rappresentato da
alcune tappe italiane o australiane, dove una vettura pi∙ lunga potrebbe
tendere ad "impicciarsi" troppo sugli elementi del fondale.
Linee guida generali
Prima di cominciare un
qualsivoglia stage occorrerebbe osservare accuratamente la cartina e le
informazioni di contorno: a dire il vero alcune sono illegibili, altre assenti
e altre ancora addirittura inutili.
Ma andiamo con ordine:
l'esatta topografia del tracciato Φ incomprensibile dalla cartina, l'unica
informazione utile in qualche modo Φ la lunghezza della tappa, che suggerisce
in modo approssimativo la "scala" usata per la cartina: una tappa
corta (si va dai 1,2 km di minimo a circa 5,4 km di massima, se non ricordo
male) con pianta quasi rettilinea suggerisce cambio lungo; al contrario una
pianta molto complessa e una lunghezza di tappa superiore ai 4 km suggerirebbe
rapporti medio/corti. Ad ogni modo, la scelta della lunghezza del cambio
dovrebbe essere ponderata solo dopo una "prova sul campo"; metodo
sicuramente migliore di ogni genere di ipotesi.
Informazioni assenti sono
ad esempio quelle relative all'altimetria del percorso, che influenzerebbe la
taratura delle sospensioni. Infine, Φ pressochΘ inutile la temperatura della
zona, che potrebbe interessare solo la pressione dei pneumatici e la miscela
dell'olio lubrificante, parametri sui quali non Φ possibile intervenire. Al
contrario, Φ molto utile verificare a che ora sarα disputata la gara: una tappa
notturna impone un impianto elettrico perfettamente funzionante, pena una gara
davvero "al buio".
Per finire, il fondo stradale
decide che tipo di pneumatici impiegheremo in gara.
I rally
Far≥ una breve
descrizione e suggerir≥ cosa cambiare all'inizio del rally. Settaggi avanzati,
come il bilanciamento della trazione o della forza frenante, sono estremamente
soggettivi, e difficilmente potranno fare la differenza, al contrario di
parametri "meno personali" che vi faranno spuntare tempi senz'altro
migliori.
In generale, non parler≥
dei pneumatici, per i quali suggerisco di seguire una semplice regola:
montare quelli relativi
al fondo stradale meno affidabile. Ad esempio, se una tappa Φ cos∞ ripartita:
20% asfalto (tarmac)
30% fango
50% ghiaia
a mio avviso bisognerebbe
montare pneumatici da fango. Un altro criterio per scegliere Φ montare i
pneumatici ideali per la maggior parte della tappa (nel caso precedente,
ghiaia).
In questo modo, per≥, si
corre il rischio di commettere errori sulla parte fangosa del tracciato, errori
che ovviamente potrebbero costare cari.
Infine, Φ ovvio che se la
tappa si corre sotto la pioggia sarα imperativo montare pneumatici da bagnato.
Per quanto riguarda le
impostazioni pi∙ raffinate, come ho giα detto si tratta di parametri fortemente
legati allo stile di guida del singolo pilota; pertanto riporter≥ solo consigli
generali.
Cominciamo con la
ripartizione di trazione: agendo sui differenziali, Φ possibile fare in modo
che uno dei due assi abbia maggiore potenza dell'altro. Possiamo dunque
avvicinare la nostra vettura ad una a trazione anteriore o ,viceversa, ad una a
trazione posteriore. Ma perchΘ fare una cosa del genere ? In generale la
trazione integrale permanente sulle 4 ruote offre una maggior tenuta di strada
in funzione dell'accelerazione ripartita su 4 punti d'appoggio anzichΘ 2.
Tuttavia, ci sono
situazioni in cui si potrebbe preferire pi∙ potenza all'avantreno, o viceversa.
In fase di sterzata, mentre l'asse anteriore, essendo anche sterzante, cambia
di direzione senza particolari problematiche, quello posteriore tende per inerzia
a mantenere la sua direzione, spostando di conseguenza la parte posteriore
della vettura verso l'esterno e innescando il fenomeno noto come
"testacoda". Questo potrebbe tornare comodo al pilota che volesse un
ingresso in curva pi∙ deciso, senza dover agire sullo sterzo in maniera
eccessiva; inoltre l'asse posteriore soffre meno il pattinamento in ripresa,
garantendo un'accelerazione pi∙ efficace; si tratta di quello che fa
letteralmente alzare il muso della vettura soprattutto in partenza, e pi∙ in
generale durante una accelerazione a bassa velocitα.
Al contrario, spostare la
trazione sull'avantreno permette un recupero pi∙ agevole della vettura alle
alte velocitα, soprattutto in presenza di tracciati non eccessivamente
tortuosi, azzerando o quasi le problematiche inerziali di cui sopra. La vettura
Φ pi∙ controllabile in caso di accelerazione e decelerazione (non frenata,
attenzione), pur soffrendo un ingresso in curva meno accurato e soprattutto
meno incisivo, oltre ad essere penalizzata, seppur di poco, in fase di
accelerazione, ad esempio in uscita di curva.
Volendo applicare lo
stesso ragionamento al sistema frenante, si ottiene una frenata pi∙ stabile
potenziando i freni posteriori a scapito di quelli anteriori, eliminando dunque
il problema inerziale dell'asse posteriore che altrimenti tenderebbe a derapare
verso l'esterno.
Importante Φ ricordare
che, sia che si tratti della forza traente o di quella frenante, esagerare nel
divario tra avantreno e retrotreno non fa altro che squilibrare la vettura;
pertanto Φ consigliabile non superare il rapporto di 2/3 - 1/3 circaá (ovvero, 60% - 40%), che corrisponde ad avere
uno dei due assi in grado di esprimere quasi il doppio della potenza
dell'altro, in accelerazione o in frenata.
I due sistemi andrebbero
bilanciati in maniera concorde, anche a seconda della sensibilitα che si vuole
dare allo sterzo: tarare una vettura con molta potenza all'asse posteriore e lo
sterzo sensibile Φ probabilmente una scelta sbagliata, che costringerebbe il
pilota a frequenti (nonchΘ efficaci) controsterzi nel tentativo di ripristinare
il controllo del mezzo.
A proposito dello sterzo,
altro non c'Φ da dire, se non che Φ estremamente personale, a seconda che il
pilota voglia una guida pi∙ precisa (preferibile su tappe veloci) o una guida
pi∙ incisiva (indicata su tappe tortuose).
Allo stesso modo, la
forza dei freni Φ legata alle preferenze del pilota: un impianto poco potente
impedisce il bloccaggio delle ruote, a tutto vantaggio della direzionalitα;
tuttavia una forza frenante maggiore garantisce tempi e distanze di arresto pi∙
brevi, nonchΘ la possibilitα, con un po' di fortuna, di rimediare ad altrimenti
pericolosi "lunghi" in entrata di curva, dando libero spazio ad una
sicura accelerazione lungo tutto l'arco della curva stessa.
Ancora, tappe veloci
potrebbero essere affrontate con freni poco potenti, onde evitare eccessiva
perdita di velocitα in presenza di curve che richiedano un deciso, ma non
eccessivo, calo della velocitα; oppure con freni potenti che consentano un
arresto per tempo nel caso vi sia un tornante o comunque una curva stretta in
fondo ad un lungo rettilineo.
1 - Finlandia
Rally piuttosto facile,
giocato su ghiaia e fango. Le curve sono generalmente lunghe, con sede stradale
ampia. Ai bordi spesso sono presenti filari di alberi che impediscono la
derapata in velocitα.
La natura delle curve e
la visibilitα complessivamente molto buona consentono l'impiego di rapporti del
cambio lunghi, ottimi per sfruttare le successioni di curve da sesta marcia
alternate, a destra e a sinistra.
Il fondo ghiaioso Φ
sufficientemente compatto da permettere di tarare le sospensioni medie.
Essendo un rally
piuttosto veloce, Φ preferibile spostare la potenza sull'avantreno e aumentare
la forza frenante sull'asse posteriore.
2 - Grecia
Rally affascinante, bello
e non difficile. Le curve in rapida successione fanno preferire il cambio
medio/corto, anche se alcune tappe potrebbero essere affrontate con successo
anche con il cambio medio. Sembra troppo corto, invece, il primo di quelli disponibili.
Il fondo Φ ghiaioso di consistenza friabile: meglio optare per sospensioni
morbide, onde migliorare l'aderenza al terreno.
In questo rally ripartire
differentemente dalla norma la potenza del motore e quella dei freni non Φ
consigliabile, poichΘ Φ preferibile mantenere sul fondo polveroso ben
distribuita la potenza sulle 4 ruote.
3 - Francia
Strade asfaltate e curve
una dietro l'altra rendono il rally di Francia una prova molto veloce. Anche
qui cambio corto o medio/corto, per affrontare il continuo susseguirsi di cambi
di direzione. Le sospensioni sono dure in modo da sfruttare al meglio
l'aderenza garantita dai pneumatici.
La potenza motrice Φ ben
ripartita sulle 4 ruote, mentre Φ possibile modificare i freni in modo che
siano pi∙ efficaci (in generale), preferendo il sovrasterzo o il sottosterzo in
frenata aumentando l'incidenza sull'asse anteriore o su quello posteriore;
tuttavia, vista la morfologia del rally, Φ da preferirsi la prima opzione.
4 - Svezia
Unico rally innevato
della stagione. Pi∙ che preoccuparsi della larghezza della carreggiata o del
raggio delle curve Φ bene pensare a tenere perfettamente in carreggiata la
vettura, impostando sospensioni medie e rapporti del cambio che possono variare
da una lunghezza media ad una molto ridotta. Aumentare la sensibilitα dello
sterzo pu≥ aiutare ad inserire il mezzo in curva con la stessa tecnica usata
sul fango, mentre Φ utile sbilanciare in avanti la potenza motrice, per evitare
pericolosi testacoda, peraltro pi∙ frequenti rispetto ad altre prove del
mondiale, vista la particolarissima condizione della sede stradale. Per evitare
il bloccaggio delle ruote, infine, meglio diminuire la forza dei freni; il
fondo scivoloso farα comunque scivolare l'auto.
5 - Australia
Si tratta di un rally che
si corre attraverso le foreste: la carreggiata Φ molto ampia all'inizio, salvo
poi ridursi a poco pi∙ di una mulattiera nelle ultime tappe. Le curve,
raramente strette e ben distanziate, invitano alla guida veloce, ma il fondo ghiaioso
tende a portare all'esterno, contro gli alberi. Inoltre nelle ultime tappe il
ritmo si fa pi∙ serrato, imponendo una scelta completamente differente per
quanto riguarda il settaggio del cambio. L'unica certezza Φ rappresentata dalle
sospensioni, da tarare morbide, anche se in presenza di escursioni
sull'asfalto. Le parti veloci del rally dovrebbero essere affrontate con una
maggiore trazione sull'asse anteriore e maggior forza frenante al retrotreno,
per migliorare il controllo della vettura alle alte velocitα.
6 - Kenya
Anche in Kenya la sede
stradale parte molto ampia, per poi ridursi drasticamente nelle fasi finali del
rally.
Le curve sono ben
distanziate, ed Φ possibile affrontare tutte le prove con rapporti lunghi. Di
conseguenza, trazione maggiore all'avantreno e freni posteriori potenziati.
Anche la capacitα frenante complessiva dovrebbe essere aumentata, dal momento
che spesso vi sono curve strette alla fine di lunghi rettilinei o dietro dossi.
Lo sterzo pu≥ essere tenuto poco sensibile, soprattutto in determinate tappe.
Per finire, le
sospensioni devono essere tarate morbide anche in questo caso.
7 - Italia
Rally molto tecnico, che
va affrontato con aggressivitα. Sospensioni dure, cambio corto o cortissimo,
sterzo leggermente pi∙ sensibile della media e, volendo, potenza frenante
sull'asse anteriore. La trazione pu≥ essere spostata leggermente indietro, per
inserirsi con pi∙ decisione nelle numerosissime curve. Assolutamente necessario
aumentare la capacitα frenante complessiva, per garantire una guida reattiva e
nervosa.
8 - Regno Unito
Definito come un
"rally molto vario", non delude le aspettative. Prevalenza di ghiaia
con diverse escursioni sul fango, ma anche sull'asfalto. Il cambio ideale Φ
quello medio/corto, ma Φ possibile affrontare con successo questo rally anche
con quello medio. Le sospensioni restano medio-morbide o medie, come lo sterzo
e la trazione. Anche i freni non dovrebbero essere toccati. Il vero problema di
quest'ultima prova del mondiale Φ costituito dalla presenza di moltissimi
ostacoli a bordo pista, che impediscono di scoprire le curve e impongono al pilota
di restare in carreggiata a qualunque costo.